L'òboe è uno strumento
musicale a fiato ad ancia doppia appartenente al gruppo dei legni. Ha un suono leggero e assai penetrante. Di forma conica,
generalmente fatto di ebano. I tasti e la meccanica sono in metallo, generalmente alpacca
argentata, nichelata o dorata. Impiegato generalmente nella musicada camera, nelle bande o nelle orchestre sinfoniche. Tra i principali compositori che
hanno scritto musica per lo strumento si ricorda: Antonio
Vivaldi, Tommaso Albinoni, Johann Sebastian Bach, Alessandro Marcello, GeorgFriedrich Händel, Wolfgang Amadeus Mozart, Robert
Schumann, Richard Strauss.
ciaramella
La nascita
dell'oboe risale all'antichità. Ne è nota la presenza nell'antico Egitto, in Cina, Arabia e Grecia sotto forma di strumenti (ciaramelle e pifferi) che possiamo dire certamente
progenitori dell'oboe.
Presso i Greci l'oboe era inserito nel
gruppo degli strumenti a fiato detti aulòi. Anche i musulmani avevano il loro oboe o, meglio, ne
avevano più di uno. C'era il nagassàran (piccolo e acuto) e il soummagiè
(più grande e grave). Nel Medioevo in Europa si diffuse la famiglia
delle bombarde e dalla più piccola di queste, la ciaramella,
deriva l'oboe.
Il nome
attuale di oboe risale al tardo XVII secolo per opera dei francesi, che chiamarono
questo strumento hautboisovvero
«legno alto», proprio in virtù del forte volume di suono.. L'oboe che
conosciamo oggi è l'erede di una lunga tradizione di strumenti ad ancia doppia. È
solo nel secolo successivo XVIII che l'oboe assume una forma simile a quella
attuale a tutto vantaggio del suono, che acquisisce un timbro più morbido
assieme ad una maggior gamma dinamica. Il nuovo strumento viene costruito in tre
parti, le linee acquisiscono grazia ed eleganza per la presenza di ricche
modanature ottenute al tornio ma è soprattutto la sezione interna dello
strumento ad evolversi, passando dal profilo scalettato dei primi esemplari di
Hotteterre ad un profilo composito il quale sopravviverà inalterato per quasi
due secoli fino all'avvento degli artigiani francesi, che dalla metà
dell'Ottocento apporteranno nuove radicali innovazioni allo strumento.
Nel XIX
secolo vennero messe a punto diverse innovazioni alla meccanica dei flauti e
anche sull'oboe, soprattutto per quanto riguarda le chiavi ad anello,
vennero itrodotte da Joseph Sellner e Stephan Kochle doppie
chiavi per il Fa e Re♯, la chiave del Si basso e la posizione del Fa «a
forchetta».. Nel '900 il costruttore Lorée, avvalendosi dell'aiuto maestro Gillet, perfezionò
ulteriormente lo strumento.
Un'altra importante
modifica è stata operata dall'italiano Giuseppe Prestini mediante lo spostamento della chiave del Si basso dal
mignolo sinistro al pollice sinistro e del raddoppio di quella del Do♯. La
meccanica ideata da Prestini facilita il passaggio Si-Re♯, che nel sistema
originale richiede in entrambe le posizioni lo scivolamento dei mignoli.
L'estensione
dell'oboe va dal Si♭ sotto il Do centrale del pianoforte
fino al La due ottave al di sopra.