sabato 14 maggio 2016

La storia



L'òboe è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia appartenente al gruppo dei legni. Ha un suono leggero e assai penetrante. Di forma conica, generalmente fatto di ebano. I tasti e la meccanica sono in metallo, generalmente alpacca argentata, nichelata o dorata. Impiegato generalmente nella musicada camera, nelle bande o nelle orchestre sinfoniche. Tra i principali compositori che hanno scritto musica per lo strumento si ricorda:     Antonio Vivaldi, Tommaso Albinoni, Johann Sebastian Bach, Alessandro Marcello, Georg Friedrich Händel, Wolfgang Amadeus Mozart, Robert Schumann, Richard Strauss.


ciaramella
La nascita dell'oboe risale all'antichità. Ne è nota la presenza nell'antico Egitto, in Cina, Arabia e Grecia sotto forma di strumenti (ciaramelle e pifferi) che possiamo dire certamente progenitori dell'oboe. 
Presso i Greci l'oboe era inserito nel gruppo degli strumenti a fiato detti aulòi. Anche i musulmani avevano il loro oboe o, meglio, ne avevano più di uno. C'era il nagassàran (piccolo e acuto) e il soummagiè (più grande e grave). Nel Medioevo in Europa si diffuse la famiglia delle bombarde e dalla più piccola di queste, la ciaramella, deriva l'oboe.

                    
aulòi

   









Aulos Grecia antica
Ciaramella, oboe d'amore, oboe

                                                                     









                                (Ciaramella)

Ciaramella e zampogna
                                                                                                                                    


                       













          (Aulos)
Aulos antica Grecia
   
aulos


               











(Basse danse "la brosse"; 
2 bombarde soprano, 1 bombarda tenore)


Bombarda









Basse danse "La brosse"

Foto bombarda



                                                                                     













Il nome attuale di oboe risale al tardo XVII secolo per opera dei francesi, che chiamarono questo strumento hautbois  ovvero «legno alto», proprio in virtù del forte volume di suono.. L'oboe che conosciamo oggi è l'erede di una lunga tradizione di strumenti ad ancia doppia. È solo nel secolo successivo XVIII che l'oboe assume una forma simile a quella attuale a tutto vantaggio del suono, che acquisisce un timbro più morbido assieme ad una maggior gamma dinamica. Il nuovo strumento viene costruito in tre parti, le linee acquisiscono grazia ed eleganza per la presenza di ricche modanature ottenute al tornio ma è soprattutto la sezione interna dello strumento ad evolversi, passando dal profilo scalettato dei primi esemplari di Hotteterre ad un profilo composito il quale sopravviverà inalterato per quasi due secoli fino all'avvento degli artigiani francesi, che dalla metà dell'Ottocento apporteranno nuove radicali innovazioni allo strumento.
Nel XIX secolo vennero messe a punto diverse innovazioni alla meccanica dei flauti e anche sull'oboe, soprattutto per quanto riguarda le chiavi ad anello, vennero itrodotte da Joseph Sellner e Stephan Koch  le doppie chiavi per il Fa e Re♯, la chiave del Si basso e la posizione del Fa «a forchetta».. Nel '900 il costruttore Lorée, avvalendosi dell'aiuto maestro Gillet, perfezionò ulteriormente lo strumento.
Un'altra importante modifica è stata operata dall'italiano Giuseppe Prestini mediante lo spostamento della chiave del Si basso dal mignolo sinistro al pollice sinistro e del raddoppio di quella del Do♯. La meccanica ideata da Prestini facilita il passaggio Si-Re♯, che nel sistema originale richiede in entrambe le posizioni lo scivolamento dei mignoli.
L'estensione dell'oboe va dal Si sotto il Do centrale del pianoforte fino al La due ottave al di sopra.



Bach Partita solo oboe BWV 1013

                                                             





                                                   
Oboe partita BWV 1013

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